In questa Università è stato docente di Archivistica, dopo aver ottenuto l’anno precedente l’incarico di prestigio ad Ancona di Soprintendente archivistico per le Marche, incarico che però abbandonò per la sua grande passione che era il lavoro all’interno dell’Archivio di Stato di Macerata e per l’impegno in altri archivi della provincia come quelli di Camerino e Cingoli. Membro dell’Accademia dei Catenati di Macerata, è stato a lungo nel Direttivo della Deputazione di Storia Patria per le Marche e si deve soprattutto a lui se oggi a Macerata c’è la Biblioteca Statale, già Nazionale di Napoli.
E a proposito di Deputazione di Storia patria per le Marche consentitemi l’apertura di una parentesi per ricordare il presidente di quella istituzione, il prof. Gilberto Piccinini che solo ieri abbiamo accompagnato nell’ultima dimora, anch’egli molto amico di Pio che è stato membro del Direttivo della Deputazione anche sotto la presidenza di Gilberto Piccinini.
Chiudo questa triste ma doverosa parentesi e ricordo anche che Pio Cartechini si impegnò moltissimo per il recupero e per il restauro dei documenti danneggiati durante l’alluvione di Firenze che fece danni anche nell’Archivio di Prato. Il maceratese Cartechini, come scrisse un quotidiano, fu uno dei grandi tecnici italiani che riportò a nuova vita i tanti documenti gravemente danneggiati. Negli ultimi anni è stato anche direttore dell’Archivio della Diocesi di Macerata, per il quale ha curato il catalogo, e membro della Commissione beni culturali della stessa Diocesi.
Però, credetemi, il suo vero orgoglio e il suo grande amore è stato il Centro Studi Storici Maceratesi che aveva fondato col prof. Dante Cecchi e con l’allora direttore di questa biblioteca, il dott. Aldo Adversi. Nel 2016 abbiamo ricordato il prof. Dante Cecchi con una manifestazione al Teatro Lauro Rossi e con la pubblicazione di questo volume… Speriamo di poter ricordare con un evento anche il dott. Aldo Adversi.
Dunque più fondatori, ma oggi, senza tema di essere smentiti, possiamo affermare che il Centro Studi Storici Maceratesi, con le sue finalità, resta principalmente opera del prof. Pio Cartechini, per il gran lavoro che in tanti anni di presidenza gli ha dedicato con passione e competenza e per l’impegno profuso nell’organizzazione dei convegni annuali e di altri eventi collaterali.
Pertanto, già subito dopo la sua morte, noi del Direttivo, unitamente ai soci, ci siamo resi conto che il rimpianto e la riconoscenza per l’amico e collega perduto, la stima per lo studioso di elevato rigore, l’apprezzamento per l’operatore culturale di vasto raggio, esigevano un appropriato ambito di esternazione: questo è stato il motivo per il quale il Direttivo ha voluto dedicare un convegno alla memoria di Pio Cartechini ed, insieme, dedicato alla scienza archivistica che egli coltivò per l’intero arco della sua vita. Ma non saremo noi amici, colleghi e soci del Centro ad accreditarne la memoria meglio di quanto a lui riuscì di fare, senza averne la percezione e, quindi, in totale umiltà, promuovendo ed editando con cadenza annuale e per più di 50 volte un poderoso volume di saggi per la collana “Studi Maceratesi”. Questo prezioso patrimonio, ad oggi di 53 volumi, è il monumento che il prof. Cartechini, senza rendersene conto, si è eretto da solo a futura memoria.
I tre soci fondatori quando crearono questa associazione si ispirarono a quello che il prof. Giuseppe Ermini, parlamentare costituente, rettore a Perugia, presidente della Giunta centrale per gli studi storici, ministro della Pubblica Istruzione, aveva poco prima realizzato in Umbria, specialmente a Spoleto, Gubbio e Assisi, città che divennero sedi di importanti convegni annuali con la partecipazione dei più noti e quotati specialisti nella ricerca storica. Ma a differenza dei convegni in Umbria, il Centro Studi Storici Maceratesi, fin dall’esordio nel 1965, cogliendo l’esigenza crescente di conoscenza storica che in quegli anni si stava manifestando anche tra persone di cultura varia, ebbe l’accortezza di aprire i convegni a chiunque avesse desiderato intervenire nel ruolo di uditore. Dunque non fu concepito come un circoletto chiuso e riservato a pochi. E così i due giorni annuali del convegno furono fin dal principio promossi come un evento quasi festoso, in grado di coinvolgere chiunque patisse d’amore per il territorio maceratese. E felice fu l’intuizione di non dare ai convegni una sede fissa, ma di organizzarli ogni anno in un Comune diverso della provincia, al fine di approfondire, valorizzare e diffondere la conoscenza della storia locale e anche per appassionare più persone, specialmente i giovani, alla ricerca. E così è stato fino al 1998, poi i convegni sono stati celebrati all’abbazia di Fiastra, e oggi abbiamo ricominciato a tornare nei Comuni della provincia.
Certamente la scelta del convegno annuale ben preparato e la pubblicazione dei relativi atti ebbero subito a Macerata e in provincia largo successo, ma lo ebbero anche perché divennero l’occasione quasi unica per far incontrare fra loro specialisti di professione o almeno di belle speranze, appassionati di storia alla ricerca di nuove conoscenze del passato, insegnanti della materia ancora un po’ a digiuno della storia locale.
La stima personale di cui godeva il prof. Cartechini e la rete vasta delle sue conoscenze si rivelarono fondamentali per favorire l’affluenza ai convegni: in molti si sentirono fieri di assistere a relazioni e dibattiti di storici importanti, di versare il piccolo contributo che li rendeva membri di una associazione storica e titolari di un bel volume, il quale soddisfaceva l’ulteriore desiderio di saperne di più sul passato della propria piccola patria.
E mi fa piacere oggi sottolineare che non si contano gli storici illustri che con le loro relazioni e con saggi resero il Centro Studi degno di vasta considerazione scientifica. Tra gli scomparsi desidero ricordarne alcuni: Werter Angelini, Giulio Battelli, Paolo Brezzi, Vito Fumagalli, Alberto Caracciolo, Eugenio Dupré-Theseider, Alberto Maria Ghisalberti,
Wolfgang Hagemann, Raoul Manselli, Carlo Guido Mor, Nicola Raponi, Giovanni Spadolini, Bandino Giacomo Zenobi.
Il prof. Cartechini spesso ricordava e lo ha anche scritto, che ognuno di loro … cito: “esprimeva la propria meraviglia nel vedere come una piccola città come Macerata riuscisse ad organizzare annualmente convegni tanto importanti e partecipati e, soprattutto, a pubblicare regolarmente gli atti”.
Ma i convegni erano aperti anche a studiosi alle prime armi i quali, segnalando una fonte primaria ignorata o mettendo a fuoco un tema sfuggito o rispolverando un evento locale importante ma dimenticato, contribuirono a rendere interessanti i volumi per chiunque e ovunque.
Questa è stata anche la mia esperienza personale, col Centro Studi ho potuto pubblicare la mia seconda ricerca, all’epoca ritenuta degna da Cecchi e da Cartechini, avevo 24 anni, e da allora sempre socio.
Perché ho sottolineato questo, perché il mio caso è emblematico del comportamento del Centro Studi e del prof. Cartechini che voleva sempre dare spazio ai giovani e agli appassionati di storia, naturalmente dopo aver verificato la validità delle proposte e dopo aver raccolto qualche informazione sulla persona. Disponibilità ad accogliere, ma con rigore!
Il prof. Cartechini credeva molto nell’importanza di aprire ai giovani e noi oggi abbiamo accolto con convinzione anche questa eredità, magari con una difficoltà in più: non sono tanti i giovani che si avvicinano alla ricerca storica, li dobbiamo cercare e noi, credetemi, questo impegno lo portiamo avanti come se fosse una missione. Appassionare i giovani è stato anche uno dei motivi che ci ha convinto a ritornare per il convegno annuale nei territori, nei Comuni, e a incrementare l’attività del Centro Studi nel corso dell’anno con altri eventi. Questo è già il sesto di quest’anno e fra un mese ci sarà il grande convegno annuale a Montecassiano.
Stasera ricordiamo il prof. Cartechini allo stesso modo con cui abbiamo avviato il convegno a lui dedicato nel 2017, con il ricordo di lui da parte delle autorità presenti e con alcune testimonianze di persone che gli furono vicine. Poi il vice-presidente del Centro Studi, prof. Giammario Borri, presenterà il volume 53, appunto dedicato a Pio Cartechini. Il prof. Borri è stato il coordinatore del convegno e il curatore del volume, per questo lo ringraziamo. Ma un ringraziamento desidero rivolgerlo all’Amministrazione comunale di Macerata e particolarmente alle persone con cui siamo stati più in contatto e cioè il sindaco Romano Carancini e la vice e assessora alla cultura Stefania Monteverde, dicevo un sentito ringraziamento per la stima e la considerazione riservate al nostro Centro e anche per la concessione di un contributo che abbiamo utilizzato per la stampa di questo volume e un grazie anche per la promessa, se non ho capito male, che ogni anno sarà così.
Vi ringrazio per l’attenzione.