del fratello Giovanni Battista, avvocato come il padre. Si trattava di uno di quei possedimenti che erano stati posti all’asta tra i beni dismessi della Chiesa nel 1864, proprio durante il periodo del suo soggiorno maceratese in qualità di prefetto. Tutto ciò denuncia una forte volontà del Tirelli di entrare in possesso di quei beni che nella seconda parte della sua vita passerà ad ingrandire, abbellire, rendere fertili di interessi e di affetti e dove morirà il 18 aprile del 1887, chiedendo perfino di poter essere sepolto nel cimitero di Morrovalle tra i suoi fedeli coloni, dove ancora oggi riposa.
Tornato nel 1868 dalla Sicilia a Modena come prefetto della sua città, vi rimase fino a tutto il 1875, conducendo, insieme alla sua famiglia, una vita agiata e brillante, tipica dei cittadini ricchi e benestanti della città emiliana. Aveva sposato Louise Baumier Toussaint, dalla quale ebbe tre figlie. In quegli stessi anni la casa di campagna di Morrovalle per la famiglia Tirelli cominciò ad essere considerata “casino di villeggiatura”, soprattutto durante il periodo estivo.
Il 1876 fu un anno molto importante per Giuseppe Tirelli in quanto il 23 febbraio, appena qualche giorno prima della caduta del primo Governo della destra liberale italiana, presieduto da Marco Minghetti che con Tirelli condivideva la nuova visione economica dell’agricoltura, fu nominato senatore del Regno e nell’aprile dello stesso anno prefetto di Pisa.
L’idea di passare il resto della propria vita in campagna doveva però essere già maturata da tempo nella mente di Giuseppe Tirelli se si considera che risale al luglio del 1871 il progetto per allargare la casa dal lato est, quello stesso progetto che poi con qualche piccola variante realizzò prima del 1879 rendendo la vecchia settecentesca casa colonica una gradevole villa padronale di campagna, con i soffitti affrescati e un grande scalone centrale.
Dopo il 1877, per gli ultimi dieci anni della sua vita, Tirelli risiedette stabilmente a Morrovalle. In quegli anni ampliò la sua proprietà terriera nella quale installò una vigna di un ettaro e mezzo che cominciò a curare con passione e competenza, come testimoniano ancora oggi documenti rinvenuti nell’abitazione dall’attuale proprietaria, la prof.ssa Gabriella Almanza Ciotti, e anche le numerose pubblicazioni e gli abbonamenti a riviste specializzate da lui acquistate in quello stesso periodo per tenersi aggiornato.
Nell’ottobre del 1881 vinse un importante premio, bandito dal Ministero dell’Agricoltura e del Commercio, per la miglior vigna impiantata nelle quattro province marchigiane.
In una lettera del Ministero è scritto che “Detta vigna[…]è improntata al sistema Guyot (sistema francese di potatura per ricavare più vino), a un metro di distanza tra ceppo e ceppo con coltivazione unica e contiene quindi 15000 viti delle quali 10000 cabernet-sauvignon, chiamato il re dei vitigni del dipartimento della Gironda, in Francia, le altre 5000 di Malbech, vitigno anche esso dei migliori del bordolese, il quale nella vinificazione si lega con vantaggio al primo nella detta proporzione. La vigna è stata piantata negli esercizi 1872-1873, 1873-1874, 1874-1875 ed è la prima che sia stata piantata in questa provincia”.
Effettivamente il vitigno del cabernet-sauvignon cominciò ad essere impiantato in Italia proprio in quegli stessi anni e la vigna del Tirelli è stata una delle prime. Certamente la prima attestazione italiana di piantumazione del Malbech appartiene a Giuseppe Tirelli.
Dopo la morte del marito, la moglie Louise continuò a vivere da sola nel “casino di campagna” di Morrovalle e a mandare avanti l’azienda per altri cinque anni. Alla morte di Louise, nel 1892, la casa con tutto quello che conteneva (mobili, oggetti di valore, molti e importanti libri come, ad esempio, tutti gli Atti del Governo a partire dall’Unità d’Italia fino al 1877), venne frettolosamente venduta dalle tre figlie al prof. Augusto Mucchi, anch’egli modenese e nipote di quel Massimo Rubbiani che molti anni prima aveva aiutato Tirelli per l’acquisto del podere morrovallese.
Oggi la proprietaria prof.ssa Almanza Ciotti la conserva con cura e rispetto. A lei, socia del Centro Studi Storici Maceratesi, si deve la volontà di ricordare Giuseppe Tirelli con questa Giornata di Studi.
Programma
Biblioteca Comunale di Morrovalle – Palazzo Lazzarini -, apertura dei lavori ore 16,30
- Introduzione del prof. Alberto Meriggi, presidente del Centro Studi Storici Maceratesi
- Saluto del sindaco di Morrovalle, avv. Stefano Montemarani
- Prof.ssa Gabriella Almanza Ciotti: Giuseppe Tirelli e Morrovalle-Storia di una scelta
- Prof. Riccardo Piccioni: Dal Ducato di Modena all’Italia unita. Giuseppe Tirelli nel movimento risorgimentale (1813-1860)
- Dott. Pasquale Cucco: Giuseppe Tirelli prefetto e senatore del Regno d’Italia (1860-1880)
- Prof. Carlo Vernelli: Giuseppe Tirelli e l’introduzione a Morrovalle del Cabernet-Sauvignon
A conclusione dei lavori, in Contrada Crocette di Morrovalle, la Cantina Capinera ha offerto a tutti i partecipanti cozze e pesce fritto con degustazione di “vini tirelliani”.